La psicoterapia

si configura come una risposta di aiuto rivolta a chi vive difficoltà psicologiche, emotive e/o relazionali più profonde e sente l’esigenza di un supporto e di un accompagnamento per fronteggiarle ed elaborarle per una migliore gestione della propria vita quotidiana.

Si tratta qui di un percorso rivolto al cambiamento e alla risoluzione dei propri disagi interiori.

La sua durata ha una media di circa due anni, ma questo dipende dai casi specifici.

La dott.ssa Irene Pulvirenti propone un percorso di Psicoterapia orientato sul modello di Psicoterapia Strategica Integrata.

La psicoterapia strategica nasce dall’approccio strategico.

L’approccio strategico nella sua accezione più ampia è una scuola di pensiero sul funzionamento degli esseri umani nella relazione con se stessi, con gli altri e con il mondo.(Watzlavick 1997; Nardone e Watzlavick 1990)

L’ evoluzione storica della psicologia strategica parte dall’elaborazione di una serie di studi multidisciplinari quali: la teoria dei tipi logici ( Russell- Withead, 1910-13), la teoria della cibernetica, i principi della teoria dei sistemi

(Ashbi, 1952), l’antropologia, il costruttivismo radicale,la psicologia e la psichiatria.

In particolare, in epoca più recente pone le sue basi sul costruttivismo che negli anni 80 influenza notevolmente la psicoterapia.

Il primo modello di psicoterapia strategica trova le sue origini a Palo Alto.

G. Bateson fu il primo pioniere di questo modello di intervento psicoterapeutico, attraverso il suo interesse per le tecniche ipnotiche di M.Herickson che ancora oggi rappresentano un fondamento dell’approccio strategico; e in un secondo tempo  con la sua attenzione per la cibernetica, la teoria della comunicazione e la teoria dei sistemi anch’esse tra le fondamenta del pensiero strategico.

Il ruolo dell’impiego delle diverse tecniche ipnotiche agisce all’interno del sistema di narrazioni di sé, degli altri e del mondo del paziente nell’ottica di una trasformazione evolutiva dal disfunzionale al funzionale, dal  trauma e alle situazioni problematiche più svariate.

Gli studi sull’ipnoterapia eriksoniana sono stati un altro punto cardine importante nell’applicazione delle tecniche strategiche e trovano la loro sperimentazione a Palo Alto attraverso tecniche paradossali, ipnotiche, contro-intuitive e direttive.

In italia la sua diffusione si identifica attraverso rapporti diretti con Palo Alto, con G.Nardone  ad Arezzo, Selvini a Milano, Loriedo e Petruccelli a Roma,   e  si fa riferimento alle tradizioni della retorica dei sofisti e all’arte cinese dello stratagemma; vale a dire alle antiche arti di risolvere situazioni che appaiono di impossibile soluzione attraverso l’utilizzo di stratagemmi e modi di comunicare suggestivi e persuasori.

Secondo uno dei principi di base della teoria strategica la realtà da noi percepita è il risultato del modo di percepire dei cinque sensi di ognuno di noi.

Da qui è facile comprendere la diversità di ciascuno dall’altro e quanto siamo influenzati dal modo in cui l’altro risponde al nostro modo di comportarci.

Per la terapia strategica perciò l’interesse è rivolto al il singolo individuo e al suo sistema, concentrando l’attenzione sul relazionale.

La terapia si pone quindi l’obiettivo di rompere quel particolare circolo vizioso

che si viene a creare tra la manifestazione del disturbo e il comportamento disfunzionale che la persona mette in atto cercando di risolverlo, ottenendo di fatto l’affetto opposto, incrementandolo e aggravandolo.

E’ fondamentale perciò capire come il problema si è strutturato, le modalità con cui si mantiene e appare irrisolvibile.

L’aggettivo strategica indica la psicoterapia basata sulla pianificazione tattica del cambiamento e sull’utilizzo oculato di strumenti volti alla soluzione del comportamento sintomatico attraverso l’impiego di specifiche tecniche preordinate per il raggiungimento dello scopo che coinvolgono la persona nella costruzione del risultato che si desidera conseguire.

E’ fondamentale quindi che vengano esplicitati tra terapeuta e paziente gli obiettivi realizzabili che si intende perseguire.

Da qui, nasce la stipulazione di quello che prende il nome di contratto terapeutico, nel quale si esplicita un accordo che è il risultato di un’attento e complesso processo che è l’analisi della domanda che la persona pone al terapeuta.

Le ingiunzioni del comportamento da seguire negli intervalli tra una seduta e l’altra: le prescrizioni dirette, indirette e paradossali permettono l’accurata indagine delle soluzioni tentate dal paziente per emergere dalla propria problematica, prima del suo approdo alla psicoterapia.

Il lavoro terapeutico si sviluppa attraverso una serie di tattiche di intervento diverse, tra cui ingiunzioni di comportamento.

Queste ingiunzioni di comportamento/prescrizioni dirette, indirette e paradossali, oltre ad un’accurata indagine delle soluzioni tentate dal paziente per emergere dalla propria problematica, permettono la sperimentazione di situazioni che siano in grado di stimolare una maggiore competenza personale e un cambiamento rispetto al proprio disagio fino ad un raggiungimento di comportamenti più adeguati e autonomi.

La ristrutturazione cognitiva del cambiamento è veicolata da quella che si chiama esperienza emozionale correttiva alla quale segue successivamente il consolidamento.

La psicoterapia Strategico-Integrata

Che si ispira dunque all’approccio strategico puro, pone maggiormente la sua attenzione  sulla persona,  sul sintomo e sulla sua risoluzione, ma ancor più sul suo significato e sulla sua evoluzione, oltre che su come si è strutturato.

La psicoterapia Strategico-Integrata considera il passato del cliente e  interagisce con le sue narrazioni per comprendere le origini dello suo stile comportamentale e ideare efficaci nuove strategie di risoluzione del problema, rispetto quelli che erano i suoi vecchi modelli comportamentali.

Il principale obiettivo è sollecitare cambiamenti utilizzando varie tecniche comuni all’approccio strategico quali  prescrizioni, strutturate e mirate per modificare lo stile comportamentale disfunzionale del cliente.

La Psicoterapia Strategica ad approccio integrato

è un lavoro strutturato in modo multidimensionale tanto sulla persona quanto sulla coppia, sulla famiglia o sul gruppo, finalizzato ad un cambiamento.

Oggi, sembra più utile e più funzionale ragionare ed agire attraverso una prospettiva multidimensionale e abbandonare la prospettiva teorico-metodologica unica, sia essa cognitivista, sistemica, psicodinamica, etc…

L’ utilizzo del terapeuta di diversi strumenti tratti dai diversi approcci e il servirsi della tradizione teorica di più modelli, come quello costruzionista, sistemico, cognitivista, gli dà una maggiore serie di opportunità interpretative e di intervento.

ll terapeuta strategico-integrato focalizza il lavoro sul qui ed ora e si occupa di  tutti i livelli del problema, procedendo per obiettivi ed utilizzando creativamente tecniche ben definite.

Il modello di Psicoterapia Strategico-Integrato si basa su presupposti di integrare tra loro gli indirizzi metodologici poststrutturalisti di terapia strategica breve con altri, quali:

•   l’approccio di terapia breve focalizzato sul problema;

•   l’approccio di terapia breve focalizzato sulle soluzioni;

•   l’approccio cognitivo-comportamentale; •   l’approccio narrativo;

•   l’approccio sistemico-relazionale;

•   l’approccio analitico;

“L’approccio strategico si è rivelato uno strumento di grande utilità in diversi contesti, dalla formazione alle organizzazioni, nei progetti di mediazione e in genere di gestione dei conflitti, ma anche nei progetti di trattamento per i soggetti devianti, per i tossicodipendenti e per gli autori e le vittime di abuso sessuale.

L’approccio strategico integrato utilizza caratteristiche di flessibilità con obiettivi e metodi orientati ad un miglior consolidamento dei risultati strategici rispetto alla personalità e ai problemi esistenziali del cliente, in modo che il superamento del sintomo si integri nei processi di cambiamento e di attivazione delle risorse personali del soggetto portatore della domanda e del problema.”(Gaetano De Leo, 2003).